5° giorno - ALLE NOZZE DI CANA - L’ascolto intelligente del cuore

Maria a Cana percepisce il gemito inespresso del mondo e lo esprime semplicemente: «Non hanno più vino».

È l’unica a dire questa parola. Nel racconto evangelico, tutti hanno qualcosa da fare: chi nella cucina, chi al servizio, chi agli strumenti musicali. Soltanto Maria vede l’insieme, ha il colpo d’occhio e capisce che cosa di essenziale sta succedendo e che cosa di essenziale sta mancando. Questo è lo spirito contemplativo di Maria, il suo dono della sintesi: saper vedere e ascoltare con l’intelligenza del cuore.

La grazia della nostra vocazione di consacrate è proprio quella di coltivare, pur nelle singole incombenze, lo sguardo d’insieme sulle situazioni della comunità, della Chiesa, della società in modo da riuscire a cogliere con amore i momenti difficili, delicati e darvi voce, provvedervi con discrezione ed efficacia, avvisando chi di dovere, facendo intervenire altri. A Cana, infatti, Maria non provvede direttamente alla necessità del vino, ma

la mette in luce, la pone in rilievo e l’affida al Figlio.

Ciascuna di noi può domandarsi:

- Sono talmente preoccupata del mio incarico personale, del mio lavoro, da non avere più il gusto per l’insieme della vita della comunità, della Chiesa, della società?

- Sono così tenace e insistente nel perseguire il mio compito particolare da non comprendere più come esso debba uniformarsi all’insieme di una tavola ben imbandita e a cui tutti partecipano con amore e con gioia?

- Sono così poco contemplativa che guardo l’albero dimenticando la foresta?

Vergine Maria,

insegnaci il tuo sguardo

contemplativo, benevolo e sincero

con cui hai guardato al convito

delle nozze di Cana.

Non permettere che il nostro cuore

s’intristisca in piccole meschinità private,

ma facci vibrare all’unisono

con il grande banchetto dell’umanità,

cogliendo e interpretando

la situazione di tutti coloro

che non hanno vino, pane, gioia.

Amen.

(C.M. Martini)

Immagine dal sito basilicamariaausiliatrice.it