Maìn, preghiera e relazione

Si è svolto il 13 maggio un incontro tra le Exallieve Fma delle tre Federazioni Lombarde, proprio per la festa di Santa Maria Domenica Mazzarello. Suor Petronilla Colombo, Delegata Fma della Federazione di Varese, ha raccontato il carisma salesiano attraverso la figura e la vita di una donna generativa come Maìn. Ecco la sua relazione.


Carissime,

           prima di entrare nel vivo del tema di questa serata, permettetemi di  esprimere un vivo ringraziamento alle carissime Presidenti delle diverse Unioni per i numerosi messaggi inviatemi il giorno della rinnovazione dei miei 60 anni di professione religiosa. Grazie, ho sentito l’affetto. E grazie anche per il tema scelto che esprime, ancora una volta, il vostro affetto a Madre Mazzarello e la vostra sete di spiritualità salesiana. Questo è  molto bello, ci onora come FMA e ci impegna ad essere sempre più testimoni gioiosi di quel magnifico carisma che don Bosco ci ha donato.

 Ma veniamo al tema che tutte voi penso conosciate già: “L’audacia del carisma, ”. Certo che ci vuole proprio una grande audacia ad affidare un compito del genere a me, che non sono proprio la persona più adatta a parlare di questa bella eredità, tuttavia, ci provo a spiccicar qualcosa e poi, come dice sempre qualcuno, prendete quel che c’è, accontentatevi. Bene!

Ci chiediamo allora: Carisma salesiano, ma cos’è ? Qual’ è l’elemento centrale di questo dono che Dio ha fatto a don Bosco, alla chiesa, alla società salesiana e che ha prodotto una schiera di santi? Questa domanda è importante, tocca il cuore della nostra appartenenza. Per capire bene  questo elemento centrale che, come avete espresso nel titolo del tema, ha dato a M. Mazzarello il  coraggio di fare tutto quello che la storia ci ha tramandato, è necessario tornare alle fonti, è importante ascoltare coloro che le sono stati accanto, per capire come agiva,  come pregava, come gioiva soprattutto nella sua breve vita da religiosa.

 Main come affettuosamente veniva chiamata in paese, aveva un carattere forte e deciso, voleva , come lei stessa diceva, essere la migliore

La sua vita è segnata da una grande attrattiva per Dio che diviene il centro dei suoi pensieri e dei suoi affetti. Ancora bambina, camminando per i prati con il papà chiede: “ Ma cosa faceva Dio prima di creare il mondo? La risposta mirabile e saggia del padre:” Contemplava se stesso, amava se stesso, ed era beato in se stesso”. Questo rimase sempre impresso nella mente di Main. Un Dio così grande merita di essere amato e lei lo dimostra nel quotidiano fin da ragazzina quando tutte le mattine, anche col freddo e con la neve che a quei tempi era abbondante, dopo aver abbeverato il biondo ( il bue) si reca ancor buio alla messa per vivere intensamente questo appuntamento d’amore. Questa sete di Dio la nota don Pestarino il parroco del paese, la notano le persone che sul sentiero ancora buio le chiedono ma dove andate? Erano in due lei e la sorella Felicina. Andavano e se la porta era chiusa,, si inginocchiavano fuori ad attendere il sacrestano.

Detto questo, mi sembra proprio di poter cogliere tra le testimonianze due elementi fondamentali che definiscono bene il carisma :

PREGHIERA -  RELAZIONE

 

Partiamo dalla preghiera.

 La sua sete di Dio oltre che dalla famiglia, è orientata dalle lezioni di catechismo. E qui incoraggio quelle di voi che sono catechiste, e mi risulta che sono molte, a donare con gioia questi contenuti essenziali ai ragazzi, perché anche se disturbano, anche se sembra che non ascoltino, alla fine qualcosa rimane,  il seme da voi gettato li aiuta nel tempo ad arrivare  alla conoscenza di Dio e alla maturazione umana.

Coraggio perseverate. Il Signore vi sostiene.

Per Maria questo Dio Amore, diventa l’interlocutore di un dialogo profondo e continuo. Durante l’adolescenza, sviluppa il senso dell’interiorità attraverso il silenzio, la dolcezza con i vicini, la prontezza nell’ascolto.

Il suo cuore batte per il suo Dio. La distanza dalla parrocchia non le permette di presenziare a tutte le funzioni, ma voi sapete che quando si scopre l’amore si fa di tutto per incontrarlo, vederlo, parlagli, affidarsi a lui. Il suo ingegno la aiuta, le permette di scoprire all’ultimo piano della cascina detta Valponasca,piuttosto lontana dal paese, una finestrella attraverso la quale poteva incontrare e dialogare con l’Amante.

A sera vedendo in lontananza il campanile della chiesa sostava in preghiera, parlava al suo Gesù e il suo cuore si dilatava. La finestrella poi è passata alla storia, è stata scelta come icona di una vita proiettata in Dio, uno spiraglio di contemplazione dell’infinito e della concretezza dei problemi umani.

La sua preghiera quindi è semplice, gioiosa, fervorosa, familiare,  intessuta delle gioie e delle pene quotidiane. Più tardi incoraggerà anche le sue suorine a rivolgersi a Dio con semplicità, presentandogli i bisogni e le difficoltà incontrate, parlandogli anche in dialetto, quello del proprio paese se non sanno altro, così come avrebbero fatto con il loro padre.

Come possiamo comprendere, da questa conversazione permanente con il Signore emerge una giovane vita tutta indirizzata a Dio. Lo dimostrano le numerose lettere inviate alle sue figlie che hanno raggiunto la missione.

Nella lettera a Sr Angela Vallese, missionaria, dirà: “ Ricordatevi che per riuscire santi e sapienti, bisogna parlare poco e riflettere molto. Parlar poco con le creature, pochissimo delle creature, niente affatto di noi stesse. Bisogna star raccolte nel nostro cuore se vogliamo sentire la voce di Gesù”. E ancora: “ Se vuoi farti santa, fa presto, non c’è tempo da perdere; procura di guadagnare tante anime a Gesù con le opere, la vigilanza e la fatica, ma più con il buon esempio”.

Dotata  di buon senso e di realismo, è in grado di riconoscere nella sua vita i segni della presenza di Dio, distinguere il vero dal falso e avere una relazione autentica con Dio. Maria pone in questo modo le basi della sua azione educativa, delle sue relazioni serene e fiduciose.

Passiamo allora al secondo aspetto: le relazioni .

E com’erano le relazioni di M. Mazzarello? Intanto per chiarire  ricordiamoci che la fiducia è sempre la chiave dell’educazione. Alle sue suore diceva: “ Bisogna, vedete, studiare i naturali e saperli prendere per riuscire bene, bisogna ispirare confidenza”.

Main è una persona intelligente, matura e molto sensibile, capace di tessere forti legami affettivi. Un giorno dirà alle suore: “ Sorelle, io vi amo tanto tanto, che se sapessi che qualcuno vi vuol fare del male, lo sbranerei, come fossi un orso”. Qui si sente tutto Il suo affetto  che, in questo caso si esprime a parole, ma quando incontra le persone lo esprime in gesti molto umani di squisita delicatezza.

Dotata di forte sensibilità, ricca di tanta umanità, ha dovuto lavorare non poco su se stessa per poter amare tutte in maniera liberante. E’ però chiaro per lei, che l’affetto fraterno  è necessario, unisce le suore e ha la sua sorgente solo nel Signore. Infatti, in una lettera alle suore di Catania  leggiamo: “ Per il momento accontentiamoci di trovarci solo con lo spirito e parliamoci sempre nel cuore di Gesù, voi dite tante belle cose per me quando vi trovate unite in questo adorabile cuore, principalmente quando lo ricevete nella comunione. Vi assicuro che lo prego sempre per voi tutte in particolare, specialmente in quei fortunati momenti in cui lo ricevo nel mio cuore.”

E alle missionarie in America: “ Sebbene vi sia il mare immenso che ci divide, possiamo vederci ed avvicinarci nel cuore di Gesù; possiamo pregare le une per le altre, così i nostri cuori saranno sempre uniti”.

Dal punto di vista comunitario, Gesù è il luogo dove si realizza la comunione fraterna, che va costruita giorno dopo giorno. Questo clima sereno , d’amore reciproco, meritò a Mornese l’appellativo della casa dell’amor di Dio. Desiderava in ogni momento offrire una presenza benevola e una testimonianza coerente di vita. Questo bel clima nasce dalla capacità di Main di essere sorella e amica di tutte.

Forte della sua esperienza  nel campo educativo, desidera aiutare suore e ragazze a realizzare un lavorio costante su se stesse per raggiungere  le profondità del proprio essere. Come per don Bosco, tutto diventa opportunità per un’esperienza educativa: il canto, il teatro, le gite, la preparazione delle feste.

Queste esperienze arricchiscono le giovani e non lasciano spazio  alla pigrizia. La preoccupazione più grande di Main è quella di poter creare un bel clima, come direbbe don Bosco: un clima di famiglia che offra alle giovani la possibilità di seguire gioiosamente il cristianesimo.

Più che un collegio, Mornese è una bella famiglia. Main mette in pratica un’arte pedagogica imparata dal papà che preferiva guidarla nelle situazioni concrete, piuttosto che fare discorsi moralistici. Con le giovani e con le suore, non si limita a dire quello che non va, ma le fa riflettere sul loro operato e, attraverso il suo esempio  presenta valori che possono essere di aiuto per migliorare.

Ed è sorprendente constatare che, per quanto poco istruita, Maria era apprezzata da tutti per la sua saggezza e la sua capacità di discernimento. La sfida diceva, non è tanto stare in silenzio, ma custodire sempre nel cuore uno spazio di accoglienza. Sappiamo tutte che parlare troppo con gli altri senza questo intimo contatto con Dio, si rischia facilmente di scadere nella critica o, a volte, nella mormorazione che in genere distrugge i rapporti fraterni costruiti magari con tanta fatica.

La mormorazione è una bomba direbbe Papa Francesco, una  bomba che distrugge le comunità.

La coscienza di essere stata amata dai genitori prima e da Dio poi, le dona la forza e la capacità di amare a sua volta. Ecco allora lo stile salesiano, ecco da dove nascono le radici profonde che permettono il rapporto sereno e quotidiano con le persone, l’audacia nelle scelte. Uno stile amorevole, impregnato d’amor di Dio che le permette di avvicinare e formare tante anime con l’unico obiettivo: “ Amare Dio!” Ripeteva spesso: “ Fa sì che Gesù possa dirti: figlia mia, mi sei cara, sono contento del tuo operare.”

Cosciente della tendenza umana a lasciarsi condizionare dallo sguardo altrui, Main consiglia di fare tutto sotto lo sguardo del Signore senza preoccuparsi di quello degli altri, bisogna che ciascuna lavori tanto e meglio che può, perché Dio non chiede se si è lavorato più di un’altra, ma se si sono impegnati tutti i talenti che Lui ci ha donato.

Maria Domenica è molto intuitiva, ha il dono di capire e riconoscere le inclinazioni delle persone. Sa ciò che va meglio per ogni temperamento. Ha l’abilità di comprendere il bisogno dell’altro e fa di tutto per provvedere al fine di farlo progredire su un cammino di libertà interiore.

Desidera essere per tutti una presenza benevola e una testimonianza coerente di vita.  

Sa entrare facilmente in relazione con le giovani, cerca le occasioni perché le ragazze si incontrino e possano a loro volta invitare le amiche all’oratorio, al laboratorio ecc. Una volta stabilito il primo contatto, cerca di essere sorella e dedicare a ciascuna il tempo necessario, le interroga dicevamo, sulla loro famiglia, sulle loro amicizie, sui loro interessi offrendo a ciascuna un consiglio, intessendo relazioni serene con tutte. Le ragazze acquisiscono fiducia in lei, perché lei ha dimostrato fiducia in loro. Dalla sua esperienza sa che non bisogna inibire i talenti delle persone, ma aiutarle a esplicitarli e moltiplicarli.

Lo vediamo chiaramente con Corinna giovane pianista di 17 anni. Molto legata al padre che conduce una vita mondana. Lo zio molto preoccupato per la sua crescita la raccomanda a Madre Mazzarello. Corinna  abituata al lusso anche in collegio si veste in modo molto ricercato e questo stona con la semplicità che regna a Mornese. Attira su di se tutti gli sguardi delle altre ragazze e questo disturba la

*serenità. E’ di natura ardente come la Madre, ma è buona. I primi tempi non guarda nessuno, cerca di isolarsi, vivere nel suo mondo fantastico, non vuol parlare e conoscere nessuno, ma la Madre vuole conoscere lei. Maria si impegna a conoscerla, l’avvicina e la lascia esprimere a modo suo. Le parla della gioia dell’amicizia, della bellezza dei rapporti umani sinceri.  A poco a poco Corinna scopre che, al di là delle apparenze può essere amata per quello che veramente è. Gradualmente la rabbia sparisce, è meno triste, si inserisce nel gruppo che trova e pian piano scopre che la confidenza e la fiducia nella Madre, l’aiutano a capire che la sua vita passata le  ha fatto perdere la stima di sé. La madre nelle sue conversazioni con amorevolezza le parla della bellezza della grazia e del valore della confessione, ma lei dirà un giorno alla madre: “ Voi non sapete la vita che ho fatto io prima di venire qui; a quali feste, balli e conversazioni mi sono data! Dovrei rifare tutta la storia della mia vita per confessarmi e come posso fare? Con voi oserei anche dire tutto, ma al confessore no”.

La madre intuisce, le vuole bene, continua a incoraggiarla e l’aiuta a superare questo disagio. Corinna si confessa, da quell’istante può lasciare il peso del suo passato e dare una direzione nuova alla sua vita.

Essere presente tra le giovani e dedicare loro tempo e fiducia, permette a Maria di saper cogliere il momento opportuno per parlare loro dell’Amore vero.

Questo è stato il cammino di Main, ciò che le ha dato l’audacia del carisma, si è lasciata guidare, ha saputo riconoscere la mano del Signore nella paziente opera del papà prima, di don Pestarino, di don Bosco poi e dei direttori salesiani.

Tutto ciò l’ha resa sorella e Madre di una famiglia religiosa che oggi si estende in tutto il mondo.

Dopo questo incontro ricordiamo sovente che per tutte e per ciascuna di noi sapersi amata cambia la vita.

E cosi sia.

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